venerdì 7 settembre 2012

I CINESI COME I GENI DELLA LAMPADA


I SOGNI SON DESIDERI!
Avete mai ascoltato la canzone del cartone della Disney “Cenerentola”? Racconta di una fanciulla caduta in disgrazia (la depressa più famosa della storia e con gravi allucinazioni), che intonava:<< I SOGNI SON DEEEEE-EEESIDEERIIII,DI FELICITàààà[..]E IL SOOOGNO REALTààà DIII-VEEE-RRRàààà>>.

Quante volte ognuno di noi ha desiderato ritrovarsi a quattr’occhi col Genio magico, strofinando - più forte di una casalinga stressata e incazzata nera alle prese con una macchia - una LAMPADA MAGICA, sognando di poter esprimere i famosi tre desideri? Quanti di voi hanno immaginato di avere in famiglia tre zie zitelle come le FATE MADRINE di quella rincoglionita di Aurora (protagonista della Bella Addormentata) o di avere un padre che con una mazza (invece che darcela in testa) avesse avuto il potere di trasformarci in figone, con due gambe fantastiche, pronte per sposare il principe (il padre in questione è il re dei mari, Tritone nel cartone La  SIRENETTA).
Io non ho trovato né un Tritone, né un genio, né fatine, né magie. Ho trovato i NEGOZI CINESI.
Ne avevo timore. Mi tenevo a distanza. Un giorno però mio fratello li ha scoperti. Ho cominciato a notare che la sua vita CAMBIAVA, la sua/nostra stanza si trasformava. Ogni tanto qualche oggetto strano e utile, come per esempio la PENNA USB. Come le volete? Così le avrete. Dai 3 euro in su. Non bisogna più aspettare le ordinazioni a basso costo fatte su internet. Io dico chiedete, desiderate ed entrate in uno negozio di cinesi. Stanno spuntando come funghi, ovunque. Chiudono negozi nostrani e aprono loro. Al  loro arrivo resistono solo i low cost. Non i mercatini, ma i negozi a basso profilo. Tanto viene tutto da lì. Dalla Cina. 
Dagli accessori per la casa, a quelli per la scuola. Dalla tecnologia , all’intimo, all’elettronica. Chiedi e avrai. Chi non si può permettere un Tom Tom lo trova a pochissimo. Dai cinesi.  Chi non può permettersi costosissimi accessori per l’iPhone o per il Mac o per l’iPad va dal “made in china” e può comprarlo a pochi, pochissimi euro. 
Ma soprattutto hanno inventiva, da vendere appunto! Entri nella grotta delle meraviglie e sorridi: puoi avere tutto, senza spendere tanti soldi. Cuffie wi-fi. Mini ventilatore dalle forme simpatiche. Telecamere e microfoni nascosti, microfoni per cantare, registratori. Allarmi di sicurezza, luci e monitor per auto. Macchinette elettriche per il caffè, frullatori, aspiratori, portafoto, custodie per pc, portatili, cellulari.. Si, c’è tutto!
Non è giusto rinnegarli o odiarli. Se qualcuno vuole farsi passare uno sfizio, ma non può permetterselo perché non lavora o è uno studente o non ha abbastanza soldi per seguire le mode o le tendenze, può entrare nel fantastico, magico, meraviglioso mondo del made in china ed esaudire i suoi elementari, quotidiani e rispettabilissimi desideri!

Mariangela Barberisi

mercoledì 18 luglio 2012

SCIMMIE O UOMINI??? I NUOVO VIPS

Ore: 19.33
Un poco distante dalla celebre "piazza quattro palazzi", su corso Umberto, sento gente che urla, ma prima ancora una musica. 
C'era un leggero tumulto e da qualche minuto la musica si alzava sempre più. Poi il boato, che sinceramente a causa delle casse che emettevano suoni nefasti da metri di distanza non l'avevo notato, boato dunque di clacson e gente in auto, in coda, in fila, senza chance, senza potersi muovere, che urla di liberare la strada. Ragazze che si danno di gomito, che vanno avanti e indietro urlando, quasi sotto effetto di ecstasi. Poi eccola la visione.
Una folla in continuo crescendo che accerchia una limo bianca, della Hummer, parcheggiata, PARCHEGGIATA, in una delle corsie di corso Umberto, con sopra un gruppetto di ragazzetti anoressici che si muove. "Chi sono?"- chiedo ad una coppia di ragazzi civilizzati - "Boh, credo la nuova moda: quelli del Grande Fratello".
Sgrano gli occhi, mi volto. Ragazze, donne, nonne, neonate. Esseri umani di ogni età e pure di ogni sesso che cercano di acchiappare le t-shirt che dall'alto venivano lanciate dai baldi giovani coi culi mezzi all'aria e con pantaloni non meglio identificati.
La folla continuava a crescere, come i clacson delle auto e motorini che scavalcavano i serpentoni (quelli che dividono corso Umberto), alla ricerca di una via di fuga.
Poi l'arrivo della polizia, la fuga dei NUOVI VIPS all'interno del negozio, la Hummer che a tutto gas va.
L'elemento più simpatico era un tipo muscoloso, altissimo, con un gilet di jeans(niente affatto adatto al suo fisico)che urlava dal basso e riusciva a farsi sentire, tipo pappone, di lanciare gadget sulla folla. Chissà perchè mi ha colpito lui.
Foto di Mariangela Barberisi.

martedì 10 luglio 2012

UNA TRUFFA AL GIORNO..

Salve!siamo dell'Enel, vogliamo i suoi dati personali e e la sua bolletta, così l'Enel non le aumenterà la bolletta nei prossimi mesi. Si, peccato che sei della Sorgenia.Andiamo per ordine? Quante telefonate ricevete ogni giorno dai milioni di miliardi di call center??? Quante cavolo di volte vi chiama Telecom? Quante volte vi chiama Telecom? Quante volte vi chiama Teledue? TROPPE TROPPE TROPPE! E poi ce li troviamo anche sotto casa, ma stavolta non sono dell'Enel!Questi sono pacchi!Pezzotti!TRUFFE!Ok. Tutti almeno una volta nella vita hanno provato quella desolata sensazione di fare il/la promoter. Ma mai, mai ho accettato di dire bugie, balle, stronzate! Mai fatto truffe.Ho imparato a dare consigli, sono un'ottima venditrice. Ma nun è dick e' pall' a gent'!!!La cosa va così: Suonano, citofonano. "Siamo dell'Enel. Vorremmo sapere la sua bolletta per vedere se fa già parte dell'offerta/ se rientra nella fascia bioraria Ci fa vedere la sua bolletta"? e Compilano il modulo. Scrivono nome e cognome. Ti fanno firmare. E' fatta. Sei fuori dall'Enel. Fai parte di una compagnia privata. Che ti farà un pacco. Sorgenia è una di queste. Cercano di convincere una persona anziana a farsi aprire. "Ma noi siamo dell'Enel! Se ci faentrare, chiamiamo la ditta davanti a lei, ci parla lei". Si peccato che IL NUMERO TE LO DANNO LORO. E SUL SITO DELL'ENEL, NON C'è UN NUMERO DIRETTO.  Così chiamo i Carabinieri. Minuti e minuti. Non mi risponde nessuno. Dopo varie telefonate finalmente mi risponde un uomo burbero che mi dice di chiamare la polizia. chiamo il 113. Nessuno mi risponde. Una, due, tre, quattro chiamate. Nulla. richiamo il 112. Intanto sto sudando, fa caldo, ho l'appendicite gonfia. Mi ri-risponde lo stesso di prima:<<Deve chiamare il 113, noi non veniamo. La Polizia ha una volante in zona>>. Okkei. Calma. Intanto penso, mentre richiamo e richiamo il 113, che se avessi avuto un'emergenza avrebbero potuto: uccidermi, Picchiarmi e derubarmi, rapirmi o rapire un bambino o chiunque altro, picchiarmi e uccidermi, di nuovo.RRRRispondono. Parlo. Arrivano. uah. Mentre gli agenti prendono tutti i miei dati, passa il fanciullo. Nessuna denuncia. solo un avvertimento.SI. VI AVVERTO:NON APRITE A NESSUNO, NON FIRMATE NIENTE, NON REGISTRATE NIENTE.

lunedì 28 maggio 2012


LA LOTTA AI LEGGINGS..COME I CUOZZI SONO LIBERI DI SOGNARE.
E già. Libertà. I truzzi, i cuozzi, i tamarri sono esseri umani liberi. Liberi di indossare i panta-leggings. Già. Sono due anni che ho iniziato la battaglia contro i leggings da uomo. Cioè quel capo d’abbigliamento aderente. Stretto sulle gambe. “Quello che”..Non sono pantaloni. NON SONO PANTALONI!
Sappiate che io non sto qui a scrivere senza pormi le dovute questioni. Prima di tutto la regola delle famose 5 “w”. Le conoscete? Chi? Cosa? Quando? Dove? Perché? Andiamo per ordine: Chi? I cuozzi che indossano leggings. Quando? I leggings usati quasi ogni giorno, mattina e sera, per ogni occasione. Cosa? Cosa cavoli hanno in mente quando indossano i leggings. Dove? I leggings vanno indossati per farsi vedere. Per strada. Perché? E. Appunto. Il mistero. Perché decidono di indossarli.
I leggings sono bruttissimi se indossati da una ragazza filiforme, ma con un didietro leggermente pronunciato(il cosiddetto culo a mandolino, specialità NOSTRANE). Abbiamo dunque già un problema perché la moda delle cuozze le spinge a indossare leggings bianchi. Taglia 48. Maglia corta e rosa maialino sopra. Non a coprire.
Ora immaginamo i ragazzi. Giovani uomini con una corporatura normale. Non voglio nenache cominciare a scrivere di quelli grassi. Con i leggings. Immaginate la scena: durante una passeggiata, lo shopping, la spesa, la corsa per lavoro, i vostri occhi cadono su questo nuovo genere di mammut. Napoletano,senza zanne, ma con tanto pelo. Che cammina in branco. Con tanti altri mammut con i leggings. Con la gambetta secca e poi il culone che pare il ripieno del panino del napoletano: quello che esce da tutti i lati.
Io mi chiedo: comm’ cazz’ fanno a infilarli. Cioè c’è un modello jeansato che è ancora più stretto. Io mi domando, in maniera ossessiva, quale potrebbe essere la posizione in cui si mettono per cercare di indossarli. Si mettono stesi? Hanno bisogno di più persone che diano una mano? Cosa. Cosa utilizzano per farli salire fino a sù? Vasellina? Borotalco? Olio? Benzina? SUGNA?
Ma poi. Come cazz fanno a camminare?
Allora forse siete carini. Ma siete brutti. Come vi combinate? Avete il capello dei cuozzi, con una specie di cresta in testa o la frangia cotonata. No. Perché. veramente. Il frangettone è bellissimo. L’avete mai visto? Quel pezzo cotonato di capello che sembra il pelo del porcellino d’india. T-shirt cortissime che si vede la panza e una parte di pelo. Ciuffo di pelo. Si. Perché la moda del cuozzo prevede magliette cortissime con tutto all’aria.
Ricapitoliamo. Abbiamo T-shirt cortissima di solito rosa o verde evidenziatore. Stretta. Attillata. Il leggings che non arriva fin su. Che stringe i cimeli di famiglia, che non avranno più un senso tra qualche anno. Il che, in effetti, non è AFFATTO una cattiva notizia. Se il cuozzo tiene soffocati i girini che dovranno servire alla riproduzione, essi non potranno svolgere la loro funzione originaria e cioè la riproduzione di truzzi.
Okkei. Chi è il genio che li ha inventati?
p.s. non ho trovato immagine adatta, ma pensate a questi indossati da un uomo..in carne..
La prossima puntata è assolutamente dedicata ai chiattilli e ai loro mostruosi mocassini viola e..sarà una sopresa!

martedì 15 maggio 2012

GLI SHOTRS E LA LIBERTÀ DELLE TRUZZE


Tutti pensano che essere cuozzo sia brutto. Tutti si sbagliano. Essere cuozzo vuol dire essere libero. Libero dal pensare, nel senso proprio che non pensano. Il truzzo infatti si sente libero di indossare ciò che desidera senza pensare alle etichette o al buon gusto. Cuozzo vuol dire ascoltare musica dal cellulare ad altissimo volume, in metropolitana, dopo una giornata di duro lavoro. Si, dopo una giornata di lavoro di qualcun altro. Di tutti gli altri passeggeri. Loro, i Truzzi, sono stati una giornata a prendere il sole sugli scogli a Mergellina. Gli stessi che dovrebbero essere inseriti in un censimento a parte e che amano tutti i colori fluorescenti. Questa versione della specie umana, che non ha raggiunto i normali livelli di evoluzione e che ritiene di possedere la città, Napoli, il Mondo.
Oggi parleremo delle moda donna P/E 2012. Elemento che accomuna tutte le vrenzole di Napoli e provincia è lo shorts. Le giovani, non aitanti, fanciulle lo indossano con le calze. Ragazze basse, che si accompagnano alla cellulite e che indossano super shorts. Non pantaloncini corti, ma shorts stile Catherine Bach nel film Hazzard degli anni ’80. Peccato che lei avesse due gambe magre e lunghissime, queste invece fanno rivoltare la faccia. Io adoro le cuozze, veramente, ma avere due gambe corte e la taglia 52 non ti permette di indossare shorts con le calze. In pieno giorno. Seriamente. Con la luce del sole. Non finisce qui.
Blu elettrico, pesca, fucsia, giallo, arancio e verde evidenziatore le maglie-giacche-tops da abbinare sopra. Un preludio al mal di testa quotidiano. Di solito queste piccole gioie di mamma’ abbinano top strettissimi, che tendono a fasciare e a mettere in risalto le famose “finte-cinture”. Sono delle cinture di grasso che si espandono dalla vita fino a sotto le ascelle. Le scarpe: stivale con il tacco altissimo, ballerina colorata, stivale altissimo.
Accessori: le belle ‘mbriane (ironizzo ovviamente, per chi non conoscesse il romanzo;) indossano fantastici orecchini a lampadario, giganto! O cerchi coloratissimi, giganti, pieni di pietre colorate. Smalto coloratissimo e capello sempre lisciato o sistemato in astruse pettinature con fiori o fiocchi enormi e in pan-dan con l’abbigliamento.
Mariangela Barberisi

n.b. Qui sopra c’è un’immagine, che però non rende loro giustizia.

      -Presto il continuo della super-moda-cuozza.

I CUOZZI CHE PASSIONE

Così ho deciso si chiamerà la mia nuovissima rubrica, che ho deciso di dedicare all'analisi della vita dei cuozzi, i truzzi, la versione esagerata dei cafoni.
Moda donna, la tendenza dello shorts sulla braciola.

La sposa a colori.

Moda uomo, ovvero iniziare una campagna conto i panta-leggins.

domenica 13 maggio 2012


IL PASSATO DEI CUOZZI.
PRIMA PARTE: QUANDO ALICE SCOPRI' IL MONDO DELLE MERAVIGLIE.
Molti anni fa insomma capii che Napoli era divisa in zone modaiole, fashion zone, quartier mood.
Se cercate la parola “moda” sul vocabolario, (più che altro su wikipedia) troverete:” [..] indica uno o più comportamenti collettivi con criteri mutevoli. E ancora:”[..]  In realtà l'abito assunse anche precise funzioni sociali, atte a distinguere le varie classi e le mansioni sacerdotali, amministrative e militari".  Si, avevo notato che in due diverse zone di Napoli: Scampia/Secondigliano e Centro storico/Sanità c’erano due diversi colori per la scelta della tintura per capelli. Giallo sanità era il primo. E’ un giallo particolare, che si usa solo nella Sanità, un giallo acceso ma non proprio, paglierino ma non proprio. Col nero al centro(in gergo la famosa ricrescita al centro della testa). Quelle di Secondigliano invece usavano molto il nero o il rosso. Un rosso particolare nel viola ma non proprio, un arancio smorto ma non proprio. Il nero scuro scuro(non naturale), quasi nel blu.
Nei quartieri del centro storico, nelle case che costeggiano come una via lattea il dorso di Napoli, da via Duomo a tutti i vicoli che si affacciano sul corso Umberto e tutta la zona”sanata”, per queste zone, c’è da fare un altro discorso.
Ho avuto modo di osservare le mode per anni e ho appurato che: le donne amano le tute, costose, con swarovski, di velluto, colorate, costose, firmate. Indossano scarpe costosissime, da Guess ad Armani alla Nike(più che altro anni fa ora si porta più Liu Jo). Hanno sempre i capelli sistemati, di solito dal parrucchiere, legati(p’cché sennò s’ sporccàno). Hanno la pinza sempre a portata di capello. Mi fu spiegato che la pinza “appresso” serve in caso di litigio o meglio per lo“strascino”(vuol dire: in caso di lite tra due donne una riesce a trascinare l’altra per i capelli, tirarli con violenza e alcune hanno la forza di far cadere a terra la nemica e trascinarla per un po’ con soddisfazione, affinchè la gente sappia). Portano tutte la Vuitton. E orecchini. Cerchi giganti, dorati o colorati.
La mattina non c’era storia. Mamme che giungevano fuori scuola con il motorino, con bimbo lacrimoso davanti TUTTI E DUE SENZA CASCO. La mamma in questione di solito si presentava truccata, capello strepitoso e lisciato, orecchino, pelliccia e pigiama. Il pigiama.
Il pigiama infatti rappresenta l’abito da casa per molte di queste donne, che ne comprano a bizzeffe. Passano le giornate a pulire, cantando fantastiche canzoni di neo-melodici affermatissimi che cantano o raccontano con pathos le vite dei carcerati e delle loro donne. O dei carcerati cornuti e delle loro donne ch’ ciann’ fatt’ e’ corn’. O dei camorristi. O delle ragazzine che a soli 11 anni devono fare sesso.