IL PASSATO DEI CUOZZI.
PRIMA PARTE: QUANDO ALICE SCOPRI' IL
MONDO DELLE MERAVIGLIE.
Molti anni
fa insomma capii che Napoli era divisa in zone modaiole, fashion zone, quartier
mood.
Se cercate
la parola “moda” sul vocabolario, (più che altro su wikipedia) troverete:” [..] indica uno o più
comportamenti collettivi con criteri mutevoli”. E ancora:”[..] In realtà l'abito assunse anche precise
funzioni sociali, atte a
distinguere le varie classi e le mansioni sacerdotali, amministrative e militari". Si, avevo
notato che in due diverse zone di Napoli: Scampia/Secondigliano e Centro
storico/Sanità c’erano due diversi colori per la scelta della tintura per
capelli. Giallo sanità era il primo. E’ un giallo particolare, che si usa solo
nella Sanità, un giallo acceso ma non proprio, paglierino ma non proprio. Col nero
al centro(in gergo la famosa ricrescita al centro della testa). Quelle di Secondigliano
invece usavano molto il nero o il rosso. Un rosso particolare nel viola ma non
proprio, un arancio smorto ma non proprio. Il nero scuro scuro(non naturale),
quasi nel blu.
Nei quartieri del centro storico, nelle
case che costeggiano come una via lattea
il dorso di Napoli, da via Duomo a tutti i vicoli che si affacciano sul corso Umberto
e tutta la zona”sanata”, per queste zone, c’è da fare un altro discorso.
Ho avuto modo di osservare le mode per anni
e ho appurato che: le donne amano le tute, costose, con swarovski, di velluto,
colorate, costose, firmate. Indossano scarpe costosissime, da Guess ad Armani
alla Nike(più che altro anni fa ora si porta più Liu Jo). Hanno sempre i
capelli sistemati, di solito dal parrucchiere, legati(p’cché sennò s’ sporccàno).
Hanno la pinza sempre a portata di capello. Mi fu spiegato che la pinza “appresso”
serve in caso di litigio o meglio per lo“strascino”(vuol dire: in caso di lite
tra due donne una riesce a trascinare l’altra per i capelli, tirarli con
violenza e alcune hanno la forza di far cadere a terra la nemica e trascinarla
per un po’ con soddisfazione, affinchè la gente sappia). Portano tutte la
Vuitton. E orecchini. Cerchi giganti, dorati o colorati.
La mattina non c’era storia. Mamme che
giungevano fuori scuola con il motorino, con bimbo lacrimoso davanti TUTTI E
DUE SENZA CASCO. La mamma in questione di solito si presentava truccata,
capello strepitoso e lisciato, orecchino, pelliccia e pigiama. Il pigiama.
Il pigiama infatti rappresenta l’abito da
casa per molte di queste donne, che ne comprano a bizzeffe. Passano le giornate
a pulire, cantando fantastiche canzoni di neo-melodici affermatissimi che
cantano o raccontano con pathos le vite dei carcerati e delle loro donne. O dei
carcerati cornuti e delle loro donne ch’ ciann’ fatt’ e’ corn’. O dei
camorristi. O delle ragazzine che a soli 11 anni devono fare sesso.
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