domenica 13 maggio 2012


IL PASSATO DEI CUOZZI.
PRIMA PARTE: QUANDO ALICE SCOPRI' IL MONDO DELLE MERAVIGLIE.
Molti anni fa insomma capii che Napoli era divisa in zone modaiole, fashion zone, quartier mood.
Se cercate la parola “moda” sul vocabolario, (più che altro su wikipedia) troverete:” [..] indica uno o più comportamenti collettivi con criteri mutevoli. E ancora:”[..]  In realtà l'abito assunse anche precise funzioni sociali, atte a distinguere le varie classi e le mansioni sacerdotali, amministrative e militari".  Si, avevo notato che in due diverse zone di Napoli: Scampia/Secondigliano e Centro storico/Sanità c’erano due diversi colori per la scelta della tintura per capelli. Giallo sanità era il primo. E’ un giallo particolare, che si usa solo nella Sanità, un giallo acceso ma non proprio, paglierino ma non proprio. Col nero al centro(in gergo la famosa ricrescita al centro della testa). Quelle di Secondigliano invece usavano molto il nero o il rosso. Un rosso particolare nel viola ma non proprio, un arancio smorto ma non proprio. Il nero scuro scuro(non naturale), quasi nel blu.
Nei quartieri del centro storico, nelle case che costeggiano come una via lattea il dorso di Napoli, da via Duomo a tutti i vicoli che si affacciano sul corso Umberto e tutta la zona”sanata”, per queste zone, c’è da fare un altro discorso.
Ho avuto modo di osservare le mode per anni e ho appurato che: le donne amano le tute, costose, con swarovski, di velluto, colorate, costose, firmate. Indossano scarpe costosissime, da Guess ad Armani alla Nike(più che altro anni fa ora si porta più Liu Jo). Hanno sempre i capelli sistemati, di solito dal parrucchiere, legati(p’cché sennò s’ sporccàno). Hanno la pinza sempre a portata di capello. Mi fu spiegato che la pinza “appresso” serve in caso di litigio o meglio per lo“strascino”(vuol dire: in caso di lite tra due donne una riesce a trascinare l’altra per i capelli, tirarli con violenza e alcune hanno la forza di far cadere a terra la nemica e trascinarla per un po’ con soddisfazione, affinchè la gente sappia). Portano tutte la Vuitton. E orecchini. Cerchi giganti, dorati o colorati.
La mattina non c’era storia. Mamme che giungevano fuori scuola con il motorino, con bimbo lacrimoso davanti TUTTI E DUE SENZA CASCO. La mamma in questione di solito si presentava truccata, capello strepitoso e lisciato, orecchino, pelliccia e pigiama. Il pigiama.
Il pigiama infatti rappresenta l’abito da casa per molte di queste donne, che ne comprano a bizzeffe. Passano le giornate a pulire, cantando fantastiche canzoni di neo-melodici affermatissimi che cantano o raccontano con pathos le vite dei carcerati e delle loro donne. O dei carcerati cornuti e delle loro donne ch’ ciann’ fatt’ e’ corn’. O dei camorristi. O delle ragazzine che a soli 11 anni devono fare sesso. 



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