venerdì 7 settembre 2012

I CINESI COME I GENI DELLA LAMPADA


I SOGNI SON DESIDERI!
Avete mai ascoltato la canzone del cartone della Disney “Cenerentola”? Racconta di una fanciulla caduta in disgrazia (la depressa più famosa della storia e con gravi allucinazioni), che intonava:<< I SOGNI SON DEEEEE-EEESIDEERIIII,DI FELICITàààà[..]E IL SOOOGNO REALTààà DIII-VEEE-RRRàààà>>.

Quante volte ognuno di noi ha desiderato ritrovarsi a quattr’occhi col Genio magico, strofinando - più forte di una casalinga stressata e incazzata nera alle prese con una macchia - una LAMPADA MAGICA, sognando di poter esprimere i famosi tre desideri? Quanti di voi hanno immaginato di avere in famiglia tre zie zitelle come le FATE MADRINE di quella rincoglionita di Aurora (protagonista della Bella Addormentata) o di avere un padre che con una mazza (invece che darcela in testa) avesse avuto il potere di trasformarci in figone, con due gambe fantastiche, pronte per sposare il principe (il padre in questione è il re dei mari, Tritone nel cartone La  SIRENETTA).
Io non ho trovato né un Tritone, né un genio, né fatine, né magie. Ho trovato i NEGOZI CINESI.
Ne avevo timore. Mi tenevo a distanza. Un giorno però mio fratello li ha scoperti. Ho cominciato a notare che la sua vita CAMBIAVA, la sua/nostra stanza si trasformava. Ogni tanto qualche oggetto strano e utile, come per esempio la PENNA USB. Come le volete? Così le avrete. Dai 3 euro in su. Non bisogna più aspettare le ordinazioni a basso costo fatte su internet. Io dico chiedete, desiderate ed entrate in uno negozio di cinesi. Stanno spuntando come funghi, ovunque. Chiudono negozi nostrani e aprono loro. Al  loro arrivo resistono solo i low cost. Non i mercatini, ma i negozi a basso profilo. Tanto viene tutto da lì. Dalla Cina. 
Dagli accessori per la casa, a quelli per la scuola. Dalla tecnologia , all’intimo, all’elettronica. Chiedi e avrai. Chi non si può permettere un Tom Tom lo trova a pochissimo. Dai cinesi.  Chi non può permettersi costosissimi accessori per l’iPhone o per il Mac o per l’iPad va dal “made in china” e può comprarlo a pochi, pochissimi euro. 
Ma soprattutto hanno inventiva, da vendere appunto! Entri nella grotta delle meraviglie e sorridi: puoi avere tutto, senza spendere tanti soldi. Cuffie wi-fi. Mini ventilatore dalle forme simpatiche. Telecamere e microfoni nascosti, microfoni per cantare, registratori. Allarmi di sicurezza, luci e monitor per auto. Macchinette elettriche per il caffè, frullatori, aspiratori, portafoto, custodie per pc, portatili, cellulari.. Si, c’è tutto!
Non è giusto rinnegarli o odiarli. Se qualcuno vuole farsi passare uno sfizio, ma non può permetterselo perché non lavora o è uno studente o non ha abbastanza soldi per seguire le mode o le tendenze, può entrare nel fantastico, magico, meraviglioso mondo del made in china ed esaudire i suoi elementari, quotidiani e rispettabilissimi desideri!

Mariangela Barberisi

mercoledì 18 luglio 2012

SCIMMIE O UOMINI??? I NUOVO VIPS

Ore: 19.33
Un poco distante dalla celebre "piazza quattro palazzi", su corso Umberto, sento gente che urla, ma prima ancora una musica. 
C'era un leggero tumulto e da qualche minuto la musica si alzava sempre più. Poi il boato, che sinceramente a causa delle casse che emettevano suoni nefasti da metri di distanza non l'avevo notato, boato dunque di clacson e gente in auto, in coda, in fila, senza chance, senza potersi muovere, che urla di liberare la strada. Ragazze che si danno di gomito, che vanno avanti e indietro urlando, quasi sotto effetto di ecstasi. Poi eccola la visione.
Una folla in continuo crescendo che accerchia una limo bianca, della Hummer, parcheggiata, PARCHEGGIATA, in una delle corsie di corso Umberto, con sopra un gruppetto di ragazzetti anoressici che si muove. "Chi sono?"- chiedo ad una coppia di ragazzi civilizzati - "Boh, credo la nuova moda: quelli del Grande Fratello".
Sgrano gli occhi, mi volto. Ragazze, donne, nonne, neonate. Esseri umani di ogni età e pure di ogni sesso che cercano di acchiappare le t-shirt che dall'alto venivano lanciate dai baldi giovani coi culi mezzi all'aria e con pantaloni non meglio identificati.
La folla continuava a crescere, come i clacson delle auto e motorini che scavalcavano i serpentoni (quelli che dividono corso Umberto), alla ricerca di una via di fuga.
Poi l'arrivo della polizia, la fuga dei NUOVI VIPS all'interno del negozio, la Hummer che a tutto gas va.
L'elemento più simpatico era un tipo muscoloso, altissimo, con un gilet di jeans(niente affatto adatto al suo fisico)che urlava dal basso e riusciva a farsi sentire, tipo pappone, di lanciare gadget sulla folla. Chissà perchè mi ha colpito lui.
Foto di Mariangela Barberisi.

martedì 10 luglio 2012

UNA TRUFFA AL GIORNO..

Salve!siamo dell'Enel, vogliamo i suoi dati personali e e la sua bolletta, così l'Enel non le aumenterà la bolletta nei prossimi mesi. Si, peccato che sei della Sorgenia.Andiamo per ordine? Quante telefonate ricevete ogni giorno dai milioni di miliardi di call center??? Quante cavolo di volte vi chiama Telecom? Quante volte vi chiama Telecom? Quante volte vi chiama Teledue? TROPPE TROPPE TROPPE! E poi ce li troviamo anche sotto casa, ma stavolta non sono dell'Enel!Questi sono pacchi!Pezzotti!TRUFFE!Ok. Tutti almeno una volta nella vita hanno provato quella desolata sensazione di fare il/la promoter. Ma mai, mai ho accettato di dire bugie, balle, stronzate! Mai fatto truffe.Ho imparato a dare consigli, sono un'ottima venditrice. Ma nun è dick e' pall' a gent'!!!La cosa va così: Suonano, citofonano. "Siamo dell'Enel. Vorremmo sapere la sua bolletta per vedere se fa già parte dell'offerta/ se rientra nella fascia bioraria Ci fa vedere la sua bolletta"? e Compilano il modulo. Scrivono nome e cognome. Ti fanno firmare. E' fatta. Sei fuori dall'Enel. Fai parte di una compagnia privata. Che ti farà un pacco. Sorgenia è una di queste. Cercano di convincere una persona anziana a farsi aprire. "Ma noi siamo dell'Enel! Se ci faentrare, chiamiamo la ditta davanti a lei, ci parla lei". Si peccato che IL NUMERO TE LO DANNO LORO. E SUL SITO DELL'ENEL, NON C'è UN NUMERO DIRETTO.  Così chiamo i Carabinieri. Minuti e minuti. Non mi risponde nessuno. Dopo varie telefonate finalmente mi risponde un uomo burbero che mi dice di chiamare la polizia. chiamo il 113. Nessuno mi risponde. Una, due, tre, quattro chiamate. Nulla. richiamo il 112. Intanto sto sudando, fa caldo, ho l'appendicite gonfia. Mi ri-risponde lo stesso di prima:<<Deve chiamare il 113, noi non veniamo. La Polizia ha una volante in zona>>. Okkei. Calma. Intanto penso, mentre richiamo e richiamo il 113, che se avessi avuto un'emergenza avrebbero potuto: uccidermi, Picchiarmi e derubarmi, rapirmi o rapire un bambino o chiunque altro, picchiarmi e uccidermi, di nuovo.RRRRispondono. Parlo. Arrivano. uah. Mentre gli agenti prendono tutti i miei dati, passa il fanciullo. Nessuna denuncia. solo un avvertimento.SI. VI AVVERTO:NON APRITE A NESSUNO, NON FIRMATE NIENTE, NON REGISTRATE NIENTE.

lunedì 28 maggio 2012


LA LOTTA AI LEGGINGS..COME I CUOZZI SONO LIBERI DI SOGNARE.
E già. Libertà. I truzzi, i cuozzi, i tamarri sono esseri umani liberi. Liberi di indossare i panta-leggings. Già. Sono due anni che ho iniziato la battaglia contro i leggings da uomo. Cioè quel capo d’abbigliamento aderente. Stretto sulle gambe. “Quello che”..Non sono pantaloni. NON SONO PANTALONI!
Sappiate che io non sto qui a scrivere senza pormi le dovute questioni. Prima di tutto la regola delle famose 5 “w”. Le conoscete? Chi? Cosa? Quando? Dove? Perché? Andiamo per ordine: Chi? I cuozzi che indossano leggings. Quando? I leggings usati quasi ogni giorno, mattina e sera, per ogni occasione. Cosa? Cosa cavoli hanno in mente quando indossano i leggings. Dove? I leggings vanno indossati per farsi vedere. Per strada. Perché? E. Appunto. Il mistero. Perché decidono di indossarli.
I leggings sono bruttissimi se indossati da una ragazza filiforme, ma con un didietro leggermente pronunciato(il cosiddetto culo a mandolino, specialità NOSTRANE). Abbiamo dunque già un problema perché la moda delle cuozze le spinge a indossare leggings bianchi. Taglia 48. Maglia corta e rosa maialino sopra. Non a coprire.
Ora immaginamo i ragazzi. Giovani uomini con una corporatura normale. Non voglio nenache cominciare a scrivere di quelli grassi. Con i leggings. Immaginate la scena: durante una passeggiata, lo shopping, la spesa, la corsa per lavoro, i vostri occhi cadono su questo nuovo genere di mammut. Napoletano,senza zanne, ma con tanto pelo. Che cammina in branco. Con tanti altri mammut con i leggings. Con la gambetta secca e poi il culone che pare il ripieno del panino del napoletano: quello che esce da tutti i lati.
Io mi chiedo: comm’ cazz’ fanno a infilarli. Cioè c’è un modello jeansato che è ancora più stretto. Io mi domando, in maniera ossessiva, quale potrebbe essere la posizione in cui si mettono per cercare di indossarli. Si mettono stesi? Hanno bisogno di più persone che diano una mano? Cosa. Cosa utilizzano per farli salire fino a sù? Vasellina? Borotalco? Olio? Benzina? SUGNA?
Ma poi. Come cazz fanno a camminare?
Allora forse siete carini. Ma siete brutti. Come vi combinate? Avete il capello dei cuozzi, con una specie di cresta in testa o la frangia cotonata. No. Perché. veramente. Il frangettone è bellissimo. L’avete mai visto? Quel pezzo cotonato di capello che sembra il pelo del porcellino d’india. T-shirt cortissime che si vede la panza e una parte di pelo. Ciuffo di pelo. Si. Perché la moda del cuozzo prevede magliette cortissime con tutto all’aria.
Ricapitoliamo. Abbiamo T-shirt cortissima di solito rosa o verde evidenziatore. Stretta. Attillata. Il leggings che non arriva fin su. Che stringe i cimeli di famiglia, che non avranno più un senso tra qualche anno. Il che, in effetti, non è AFFATTO una cattiva notizia. Se il cuozzo tiene soffocati i girini che dovranno servire alla riproduzione, essi non potranno svolgere la loro funzione originaria e cioè la riproduzione di truzzi.
Okkei. Chi è il genio che li ha inventati?
p.s. non ho trovato immagine adatta, ma pensate a questi indossati da un uomo..in carne..
La prossima puntata è assolutamente dedicata ai chiattilli e ai loro mostruosi mocassini viola e..sarà una sopresa!

martedì 15 maggio 2012

GLI SHOTRS E LA LIBERTÀ DELLE TRUZZE


Tutti pensano che essere cuozzo sia brutto. Tutti si sbagliano. Essere cuozzo vuol dire essere libero. Libero dal pensare, nel senso proprio che non pensano. Il truzzo infatti si sente libero di indossare ciò che desidera senza pensare alle etichette o al buon gusto. Cuozzo vuol dire ascoltare musica dal cellulare ad altissimo volume, in metropolitana, dopo una giornata di duro lavoro. Si, dopo una giornata di lavoro di qualcun altro. Di tutti gli altri passeggeri. Loro, i Truzzi, sono stati una giornata a prendere il sole sugli scogli a Mergellina. Gli stessi che dovrebbero essere inseriti in un censimento a parte e che amano tutti i colori fluorescenti. Questa versione della specie umana, che non ha raggiunto i normali livelli di evoluzione e che ritiene di possedere la città, Napoli, il Mondo.
Oggi parleremo delle moda donna P/E 2012. Elemento che accomuna tutte le vrenzole di Napoli e provincia è lo shorts. Le giovani, non aitanti, fanciulle lo indossano con le calze. Ragazze basse, che si accompagnano alla cellulite e che indossano super shorts. Non pantaloncini corti, ma shorts stile Catherine Bach nel film Hazzard degli anni ’80. Peccato che lei avesse due gambe magre e lunghissime, queste invece fanno rivoltare la faccia. Io adoro le cuozze, veramente, ma avere due gambe corte e la taglia 52 non ti permette di indossare shorts con le calze. In pieno giorno. Seriamente. Con la luce del sole. Non finisce qui.
Blu elettrico, pesca, fucsia, giallo, arancio e verde evidenziatore le maglie-giacche-tops da abbinare sopra. Un preludio al mal di testa quotidiano. Di solito queste piccole gioie di mamma’ abbinano top strettissimi, che tendono a fasciare e a mettere in risalto le famose “finte-cinture”. Sono delle cinture di grasso che si espandono dalla vita fino a sotto le ascelle. Le scarpe: stivale con il tacco altissimo, ballerina colorata, stivale altissimo.
Accessori: le belle ‘mbriane (ironizzo ovviamente, per chi non conoscesse il romanzo;) indossano fantastici orecchini a lampadario, giganto! O cerchi coloratissimi, giganti, pieni di pietre colorate. Smalto coloratissimo e capello sempre lisciato o sistemato in astruse pettinature con fiori o fiocchi enormi e in pan-dan con l’abbigliamento.
Mariangela Barberisi

n.b. Qui sopra c’è un’immagine, che però non rende loro giustizia.

      -Presto il continuo della super-moda-cuozza.

I CUOZZI CHE PASSIONE

Così ho deciso si chiamerà la mia nuovissima rubrica, che ho deciso di dedicare all'analisi della vita dei cuozzi, i truzzi, la versione esagerata dei cafoni.
Moda donna, la tendenza dello shorts sulla braciola.

La sposa a colori.

Moda uomo, ovvero iniziare una campagna conto i panta-leggins.

domenica 13 maggio 2012


IL PASSATO DEI CUOZZI.
PRIMA PARTE: QUANDO ALICE SCOPRI' IL MONDO DELLE MERAVIGLIE.
Molti anni fa insomma capii che Napoli era divisa in zone modaiole, fashion zone, quartier mood.
Se cercate la parola “moda” sul vocabolario, (più che altro su wikipedia) troverete:” [..] indica uno o più comportamenti collettivi con criteri mutevoli. E ancora:”[..]  In realtà l'abito assunse anche precise funzioni sociali, atte a distinguere le varie classi e le mansioni sacerdotali, amministrative e militari".  Si, avevo notato che in due diverse zone di Napoli: Scampia/Secondigliano e Centro storico/Sanità c’erano due diversi colori per la scelta della tintura per capelli. Giallo sanità era il primo. E’ un giallo particolare, che si usa solo nella Sanità, un giallo acceso ma non proprio, paglierino ma non proprio. Col nero al centro(in gergo la famosa ricrescita al centro della testa). Quelle di Secondigliano invece usavano molto il nero o il rosso. Un rosso particolare nel viola ma non proprio, un arancio smorto ma non proprio. Il nero scuro scuro(non naturale), quasi nel blu.
Nei quartieri del centro storico, nelle case che costeggiano come una via lattea il dorso di Napoli, da via Duomo a tutti i vicoli che si affacciano sul corso Umberto e tutta la zona”sanata”, per queste zone, c’è da fare un altro discorso.
Ho avuto modo di osservare le mode per anni e ho appurato che: le donne amano le tute, costose, con swarovski, di velluto, colorate, costose, firmate. Indossano scarpe costosissime, da Guess ad Armani alla Nike(più che altro anni fa ora si porta più Liu Jo). Hanno sempre i capelli sistemati, di solito dal parrucchiere, legati(p’cché sennò s’ sporccàno). Hanno la pinza sempre a portata di capello. Mi fu spiegato che la pinza “appresso” serve in caso di litigio o meglio per lo“strascino”(vuol dire: in caso di lite tra due donne una riesce a trascinare l’altra per i capelli, tirarli con violenza e alcune hanno la forza di far cadere a terra la nemica e trascinarla per un po’ con soddisfazione, affinchè la gente sappia). Portano tutte la Vuitton. E orecchini. Cerchi giganti, dorati o colorati.
La mattina non c’era storia. Mamme che giungevano fuori scuola con il motorino, con bimbo lacrimoso davanti TUTTI E DUE SENZA CASCO. La mamma in questione di solito si presentava truccata, capello strepitoso e lisciato, orecchino, pelliccia e pigiama. Il pigiama.
Il pigiama infatti rappresenta l’abito da casa per molte di queste donne, che ne comprano a bizzeffe. Passano le giornate a pulire, cantando fantastiche canzoni di neo-melodici affermatissimi che cantano o raccontano con pathos le vite dei carcerati e delle loro donne. O dei carcerati cornuti e delle loro donne ch’ ciann’ fatt’ e’ corn’. O dei camorristi. O delle ragazzine che a soli 11 anni devono fare sesso. 



lunedì 7 maggio 2012

Real man or not!?

Avete visto il nuovo spot Nivea for man? (http://www.youtube.com/watch?v=l5e8nhdHx7E)
immaginate il vostro uomo. Dopo una lunga giornata di..di nulla? Boh che fanno gli uomini? Dopo che ti ha indicato come la donna più favolosa dell'universo o dopo essersi lamentato dell'università/del capo/del lavoro/della vita..decide di uscire con gli amici. 
Vi chiama, perché no, con una voce allegra che rasenta l'istigazione all'omicidio(esiste?!) rassicurandovi sul rientro."Torno presto" dice lui.
Passa il tempo, ma nulla. Il giorno dopo in uno stato semi-cosciente voi gli chiedete il motivo del suo ritardo e lui vi risponde di solito: "volevo tornare, ma gli amici hanno insistito proprio"; "Abbiamo parlato del più e del meno e il tempo è volato"; "Ha litigato con la moglie, fidanzata, compagna, mamma o criceta, aveva bisogno di sfogarsi un pò" - dice lui e a volte, l'impavido aggiunge pure "mica è fortunato come me". Allora voi immaginate la scena: lui  che corre verso la porta e gli amici che lo braccano, manco fossero rugbisti di professione.
Ecco. Più o meno, accade ciò in questo spot, più o meno.
Uno spot idiota. Eh beh cert. 
Mica questi della Nivea so' gente cosìi. Avranno ipotizzato che molti, moltissimi uomini la sera preferiscono tornare a casa ad un orario decente perché il giorno dopo devono svegliarsi presto. Quindi, i furboni Nivea,  hanno inventato un nuovo prodotto e la leggenda che sì, puoi far tardi quanto vuoi, perché tanto la nivea ti salva.
Dunque, a parte il tipo della pubblicità, che vorrei vedere dopo una serie di notti brave a bere, se la mattina si sveglia presto e allegro, ma soprattutto con il viso "fresco" come il culetto di un bebè (come se lo ritrova nel video).
Io poi dico, voi della Nivea, prendete per i fondelli pure noi donne disgraziate?! Donne che la mattina, dopo che gli uomini hanno tirato tardi, hanno russato tutta la notte e appestato la camera da letto manco un bidone-sotto-lo-stadio-San Paolo-dopo-una-vittoria-del-Napoli devono cercare di farli alzare con la violenza e vedere prima un occhio, poi piano piano l'altro che si apre. Le povere donne, che hanno uomini mortali, secondo voi, potranno mai vedere il proprio uomo allegro, pulito e sistemato la mattina, col sole, a sorridere mentre mette la crema????


FIDARSI è BENE, MA NON DI GROUPON
Bienvenue nel vostro film dell’orrore personalizzato!
Alcuni mesi fa convinsi il mio fidanzato orso e il suo miglior amico ugualmente orso a prendere questo coupon su groupon. Un’offerta assolutamente vantaggiosa: invece di pagare 170 euro circa, solo 30 a coppia. L’offerta prevedeva una ricca cena, una dormita in camere da sogno e la colazione a Pietro a Metrano.
Albergo a Sorrento. Okkei io controllai sul sito (http://www.pensionemetrano.net/pasticceria-sorrento.htm) e mi resi conto che non era proprio vicinissimo alla meta tanto amata dai tedeschi e dai romanticoni, ma tant’è.. un albergo circondato dalla natura e con una bella vista sul golfo poteva solo far bene.
VIAGGIO : Invasi da un entusiasmo friccicarello noi quattro: io, l’orso Nico, Susy e il suo orso Lorenzo dopo alcune avventure stradali(tra cui una serie di incontri ravvicinati con le popolazioni indigene nei pressi di Massa Lubrense che parlavano una lingua a noi sconosciuta e facevano fare pipì e popò ai loro cani in due piccole aiuole nell’unica piazza del paesino) sentiamo la voce inconfondibile del tom tom “pezzotto”(ihihihih scusa Lorè) scaricato sul cellulare all’avanguardia di Lorenzo:”La destinazione è alla vostra sinistra”. Lorenzo rallenta, guarda e in un attimo decide di proseguire. Io, Susy e Nico cominciamo a guardarci l’un l’altro, a ridere, a sgranare gli occhi, ma soprattutto a cercare di convincere il nostro caro pilòta a tornare indietro.
PARCHEGGIO : Il parcheggio è usato come discarica abusiva c’era dunque: bidet capovolto, rete di un ex materasso, schermo per il computer etc.. etc.. etc..
ACCOGLIENZA : Arriviamo all’ingresso di quello che da lontano “Ma no, non è l’albergo. E’ un rigattiere” secondo quanto dichiarato da Nico e aspettiamo. Il proprietario ci fa attendere e poi fa il suo ingresso trionfale. Capello grigio ribelle(non pettinato e neanche lavato), occhialetti sul naso, straccio fetente su una spalla e camicia sporca. Ci dice di attendere ancora e mentre osservo i miei cari compagni di viaggio mi viene in mente che “ Ho visto tanti film horror che cominciavano proprio così”. Torna da noi.
-Io e Nico chiediamo la gentilezza di potergli inviare il coupon  sul suo indirizzo mail perché non avevamo avuto la possibilità di stamparlo. E lui si guarda intorno e con tono meravigliato dice:”e come si fa?”. Ecco. La scritta fuori dal ristorante diceva fax, fotocopiatrice, scuola(scuola???).. una fotocopiatrice c’era, ma rotta, come tutta la roba lì, tra cui UN PUPAZZO nero che di solito in farmacia mostra la linea GIBAUD con un cappello in testa.
ALLOGGI : Il bagno. Sorpresa delle sorprese io e Susy scopriamo di poter consigliarci su cosa indossare la sera solo parlando attraverso le pareti dei bagni. All’interno infatti risiedeva un bel BUCO che permetteva a noi vacanzieri di comunicare sans problèmes.
Il BAGNO : Posso solo scrivere che in un primo momento pensavo non ci fosse la doccia, poi, nascoste tra le mattonelle, intravedo due manovelle. In pratica la doccia era sopra il bidet.
CENA : accolti in un’atmosfera celestiale, nel senso che un posto così non esiste in cielo né in terra, veniamo subito serviti da una cameriera gentile(l’unica che veramente faceva impressione. Solo perché in mezzo a tanti pazzi era normale). Ci porta acqua e vino e gli antipasti. Cinque. Una mini-bruschetta, un tentacolo di polipo, una fettina di arancia con la ricotta, una fettina di capicollo, un pezzetto minuscolo di treccia sorrentina e una mini porzione di polenta fritta. Ah ci sono arrivate melanzane amare(che hanno fatto uscire lacrime vere a Susy) e un paio di zeppoline fritte.
Arriva il primo. Conchiglie di pasta al pomodoro con vongole, che per la fame ho mangiato insieme a vari pezzetti di vongole rotte (come ha ipotizzato Nico forse venivano utilizzati i gusci per varie cene e mai buttati).  “Uno pesce, uno calamaro”, in gergo polacchesco vuol dire: 2 porzioni di platessa al forno CRUDA sul letto di patate, cioè con due patate-purè a forma di palle e due porzioni di calamari, che a fine”pasto” Nico (che ha lo stomaco delicato come quello di Biancaneve) ha sentito un primo movimento lento:”Tu cosa mangiato?calamaro? allora normale!”questa la sua imitazione della cammerera polacca. Lasciamo stare il dolce perché io ho scoperto da poco di essere allergica alle noci, non volevo scoprire di essere allergica pure a non si sa quali ingredienti.
LETTO : Stanchi accisi (visto che nel pomeriggio io e Susy giravamo come trottole impazzite lanciandoci da una vetrina all’altra attraverso le vie dello shopping sorrentine), tutti e 4 andiamo in camera mia e di Nico, unici fortunati ad avere la tv..in alto..sull’ armadio. Avevo pure chiesto asilo politico a Susy e Lorenzo, perché soffrendo io di insonnia e vivendo accanto ad un uomo che solo-ad-immaginare-un-cuscino-o-un-letto-ronfa DI SASSO pensavo di non dormire. Ma la notte ci riservò altra sorpresa: la tv si spegneva di continuo. Il mio Bell’Orso pensava che fossi io a fare scherzetti( gliene faccio di sovente) in realtà la notte veniva staccata a tutti la corrente!!!
COLAZIONE : io al tavolo, abbandonata a me stessa. Mi alzo alla ricerca di qualcuno e vedo altri ospiti che come me si guardano intorno come.. confusi. Trovo il proprietario, lo rincorro(cioè lo rincorro proprio e a prima mattina!!!), gli chiedo un caffè, perché colazione inclusa affàmm..io la voglio. Mi porta il caffè VELOCE COME UNA LIBELLULA con tanto di scontrino..
Noi quattro abbiamo cominciato a ridere con il ritrovamento del bidet nel parcheggio e a tutt’oggi ancora non riprendiamo fiato ;)
Mariangela Barberisi